HRT, addio alla F1

Smartworld
di Marco Coletto

Breve storia della scuderia spagnola, una delle peggiori del Circus

La HRT non parteciperà al Mondiale F1 2013. La scuderia spagnola, che detiene il poco invidiabile primato di team più volte sceso in pista senza mai andare a punti, non ha trovato nuovi acquirenti ed è quindi stata costretta a dire addio al Circus. Scopriamo insieme la sua breve storia.

La prima (e finora unica) squadra iberica in Formula 1 viene fondata con il nome Hispania dall’ex pilota valenciano Adrián Campos (miglior risultato un 14° posto con la Minardi nel 1987), un uomo in grado con la scuderia Campos Meta di aggiudicarsi due titoli in F3 nel campionato spagnolo e nell’europeo Open.

La scuderia viene immediatamente venduta all’imprenditore José Ramon Carabante, che la ribattezza Hispania Racing Team (da qui l’acronimo HRT): per la realizzazione del telaio viene contattata la Dallara, per i motori Cosworth mentre come primo pilota viene scelto il brasiliano Bruno Senna, più noto per le sue parentele (Ayrton era il fratello di sua madre) e per il suo sponsor (la Embratel, la seconda compagnia telefonica del Paese sudamericano) che per i suoi risultati nelle categorie minori.

La prima stagione, nel 2010, inizia nel peggiore dei modi: a gennaio il team annuncia di non poter prendere parte ai test invernali, a febbraio viene nominato come direttore sportivo Colin Kolles (reduce da esperienze in tre scuderie fallite, Jordan, Midland e Spyker) e solo il 4 marzo – una settimana prima del GP d’esordio – viene annunciato il nome del secondo driver. L’indiano Karun Chandhok è un altro debuttante ma può vantare un palmares (leggermente) più ricco del compagno in quanto ha conquistato quattro anni prima la Formula Renault V6 Asia.

La monoposto F110 percorre i suoi primi giri durante le prove libere della prima gara in Bahrain: Senna termina le qualifiche con oltre 9 secondi di ritardo dal poleman Vettel e Chandhok fa ancora peggio con quasi 11 secondi di distacco.

L’indiano porta a casa due quattordicesimi posti (migliori risultati del team fino a quel momento) a Melbourne e a Monte Carlo e Senna viene rimpiazzato dal giapponese Sakon Yamamoto, reduce da due stagioni deludenti con Super Aguri e Spyker.

Bruno viene richiamato nel GP successivo in Germania e Yamamoto sostituisce Chandhok fino a quando deve cedere a sua volta il posto all’austriaco Christian Klien a Singapore a causa di un’intossicazione alimentare. Sakon torna a correre nella prova di casa a Suzuka e in Corea (dove Senna porta a casa un altro 14° posto, utile per restare davanti nella classifica Mondiale alla Virgin) ma nelle due ultime corse torna nuovamente titolare Klien.

Il 2010 si conclude con tante promesse non mantenute: si parla di motori Ferrari (mai visti), di test con il campione GP2 Pastor Maldonado (già in contatto con la Williams) e addirittura di un accordo con la Toyota per fornire la monoposto (mai usata) TF110 dell’anno prima. La Casa giapponese, non vedendo arrivare alcun soldo, fa saltare tutto. Ma non finisce qui: la HRT abbandona infatti la FOTA (Formula One Teams Association, l’associazione che raduna le scuderie del Circus) denunciando mancanza di rispetto nei confronti dei piccoli team ma la vera ragione è il non aver pagato la quota di iscrizione per quell’anno.

In compenso migliora la qualità dei piloti: l’indiano Narain Karthikeyan (18° nel Mondiale 2005 con la Jordan) e il nostro Vitantonio Liuzzi (15° l’anno prima con la Force India) ottengono nel corso della stagione risultati interessanti. Le due monoposto F111 non riescono a qualificarsi per la prima gara dell’anno in Australia ma già in Canada il tredicesimo posto di Liuzzi (miglior risultato di sempre per il team) consente di chiudere per il secondo anno consecutivo davanti alla Virgin.

A Silverstone Karthikeyan, reo di essere più lento di Liuzzi, viene rimpiazzato dall’australiano Daniel Ricciardo (vincitore due anni prima del prestigioso campionato britannico di Formula 3).

Nello stesso periodo la società Thesan Capital acquisisce la maggioranza della squadra. Il giovane pilota oceanico si rivela subito più brillante di Liuzzi, che cede il volante a Karthikeyan solo per la prova in India.

Alla fine del 2011 Colin Kolles abbandona il ponte di comando e il suo posto viene presto dall’ex-pilota spagnolo Luis Pérez-Sala (28° nel Mondiale F1 1989 con la Minardi). Per la stagione 2012 viene scelto il pilota più talentuoso mai passato per questa scuderia: l’iberico Pedro de la Rosa (11° nel Mondiale 2006 con la McLaren), che si ritrova ad affiancare Karthikeyan.

Nella prima gara della stagione in Australia le due F112 non vengono ammesse alla corsa in quanto troppo lente in qualifica e per tutta la stagione il team delude le già poco elevate aspettative. La HRT chiude per la prima volta all’ultimo posto in classifica e ottiene come miglior piazzamento il 15° posto di Karthikeyan a Monte Carlo.