Quando la Lamborghini correva in F1

Lamborghini F1
Smartworld
di Marco Coletto

Tante delusioni, pochissime soddisfazioni

L’avventura della Lamborghini in F1 è stata breve e ricca di insuccessi, a differenza di quanto fatto dagli acerrimi rivali della Ferrari. Una ventina d’anni fa la Casa di Sant’Agata ha tentato di cimentarsi nel Circus senza tuttavia riuscire a portare a casa risultati di rilievo. Scopriamo insieme la sua storia.

Si inizia con i motori

La Lamborghini Engineering nasce nel 1988 per costruire un motore 3.5 V12 destinato alla scuderia inglese Lola, delusa dai propulsori Ford Cosworth. Alla guida del team due pezzi grossi del mondo del motorsport: l’ingegnere Mauro Forghieri e Daniele Audetto, entrambi in posizioni di primo piano alla Ferrari negli anni Settanta.

Nella stagione di debutto (1989) la monoposto LC89 guidata dal francese Philippe Alliot riesce a portare a casa un interessante sesto posto al GP di Spagna. Una prova convincente che spinge una scuderia prestigiosa come la Lotus a rivolgersi al brand emiliano per la fornitura di motori.

Nel 1990 la Lola termina il Mondiale Costruttori al sesto posto (merito anche del sorprendente terzo posto di Aguri Suzuki nel GP del Giappone, primo podio per un pilota del Sol Levante) mentre la Lotus affronta un’annata deludente (8° nel Mondiale) rinvigorita, ma solo in parte, dal quinto posto di Derek Warwick In Ungheria.

Il debutto come costruttore

Nello stesso anno il miliardario messicano Fernando Gonzalez Luna contatta la Lamborghini Engineering per realizzare una monoposto completa da far correre nel 1991 ma quando la vettura è pronta l’uomo d’affari centroamericano scompare nel nulla. Nonostante i problemi economici la monoposto 291 viene iscritta al Campionato del Mondo guidata da Nicola Larini e dal belga Eric Van de Poele.

Il settimo posto ottenuto da Larini nel GP d’esordio (USA) illude tifosi e addetti ai lavori ma il resto della stagione si rivela alquanto deludente: nessun punto in classifica, prestazioni decisamente inferiori alle vetture rivali e numerosi problemi di affidabilità.

Anche l’altra scuderia dotata di propulsori Lamborghini, la Ligier, non se la passa meglio: zero punti e due settimi posti del belga Thierry Boutsen a San Marino e Monte Carlo.

Si torna ai propulsori

Dopo la deludente esperienza come costruttore la Lamborghini torna a concentrarsi esclusivamente sui propulsori nel 1992, destinati alla Minardi e alla Venturi. Entrambi i team riescono a conquistare un punto (rispettivamente con il brasiliano Christian Fittipaldi in Giappone e con il francese Bertrand Gachot a Monte Carlo) ma se per la scuderia francese si può parlare di una stagione positiva (nonché l’unica) per quella di Faenza l’innesto dei nuovi motori rappresenta un passo indietro rispetto all’annata precedente.

L’ultimo anno della Lamborghini in F1 è il 1993: il motore V12 permette al debuttante team francese Larrousse di ottenere tre punti importanti, due di questi conquistati da Philippe Alliot in occasione del quinto posto a San Marino.