Giro d’Italia 2017 – I ciclisti, le Dolomiti e Honda: dietro le quinte di una macchina che funziona

Smartworld
di Claudio Mastroianni

Ospiti di Honda Italia, abbiamo potuto scoprire i mille ingranaggi che tengono in piedi la gara ciclistica più famosa d'Italia. Simbolo di un'Italia che sa anche funzionare...

E così il Giro d’Italia 2017 si è concluso con la incoronazione, a Milano, di Tom Dumoulin.

L’olandese – alla prima vittoria in una gara di livello – conquista così la maglia rosa definitiva della centesima edizione della gara in bici più famosa d’Italia. Non senza qualche polemica e tensione, ovviamente. Ma dopotutto c’è in gioco molto, la cosa non stupisce.

Quello che non dovrebbe stupire per davvero, invece, è la complessità di una macchina organizzativa come quella del Giro, capace di tenere in piedi 21 tappe su tutto il territorio italiano senza grossi intoppi. E che invece viene spesso sottovalutata.

Dietro al Giro: tanta passione e molto controllo

L’occasione per vedere il Giro d’Italia 2017 da dietro le quinte ce l’ha data Honda Italia, anche quest’anno sponsor della gara, che sulle strade del giro ha messo a disposizione 130 auto e 30 moto per seguire i ciclisti in gara, per accompagnare gli organizzatori, per permettere gli spostamenti da tappa a tappa.

Honda ci ha accompagnato nella visione di una delle tappe strategiche del Giro, sulle salite ripide delle montagne delle Dolomiti, da Moena a Ortisei passando per il valico del Passo Pordoi. Fra viaggi in elicottero e viste dall’alto del percorso – e dei clicisti, piccoli trattini che si inseguivano sui tornanti dolomitici – abbiamo avuto così l’onore di scoprire che in Italia qualcosa che funziona c’è davvero: il Giro.

E non è cosa da poco.

Il Giro d’Italia è forse uno degli eventi sportivi che più coinvolge la popolazione del Bel Paese, da Nord a Sud, in maniera trasversale. Ed è difficile far convivere l’afflusso di persone – massiccio: molte di più di quelle che le telecamere possano raccontare – e le esigenze di sicurezza e quelle di gara con la geografia italiana e le mille differenze infrastrutturali fra i vari territori coinvolti.

Ventuno tappe, più di 3600 Km di strade e stradine coinvolte, distribuite fra una decina di Regioni italiane – le strade costiere della Sardegna, quelle della Sicilia, l’Etna, la Calabria e poi su fino in Piemonte, Veneto, Trentino, Lombardia e non solo – e 195 partecipanti (escludendo i team di supporto, i media, i fan): che questa macchina riesca a stare in piedi potrebbe sembrare una specie di miracolo, se ci fermassimo ai cliché negativi che circondano l’italianità.

Invece il Giro tira fuori il meglio degli italiani, in una grande festa collettiva che coinvolge genitori e bambini, appassionati hardcore e tifosi casuali, turisti e cittadini: tutti contribuiscono al successo di ogni tappa.

Ci sono gli spettatori, che ordinati si godono lo spettacolo a bordo strada, a un passo dai corridori (a parte qualche scalmanato che esagera con il sostegno).

Ci sono i cittadini, che vedono la loro viabilità cittadina stravolta e lo accettano di buon grado. Ci sono i turisti, che grazie al Giro scoprono nuove città e nuovi tesori italiani.

E poi ci sono loro, gli organizzatori, che lavorano a ritmi frenetici, montano e smontano paratìe e strutture, spesso risolvono problemi e ancora più spesso li anticipano evitandoli. Il tutto con una naturalezza che fa loro onore, perfettamente inseriti nel contesto come se avessero sempre abitato in ogni paesino coinvolto. Tanto di cappello, ragazzi.

Honda Italia, le Civic, le CR-V, le HR-V, le moto e le curve

Sembra un controsenso, visto che parliamo di bici, ma in questo contesto fatto di spostamenti continui e senza sosta – da una tappa all’altra, da una location all’altra – diventa fondamentale il sostegno di un parco vetture versatile e pratico.

Ed è qui che entra in gioco Honda, sponsor ufficiale e tecnico del Giro d’Italia 2017 con le sue (già citate) 130 auto e 30 moto.

La sensazione di smarrimento che si prova a vedere sfrecciare le auto dietro le bici in corsa, incodarsi, superarsi nelle curve, il tutto rimanendo nella massima sicurezza, forse lo avete provato guardandolo in TV.

Tutto il resto, invece, lo si vede dietro le quinte: le nuove Civic utilizzate sul percorso e dagli organizzatori, le solide Civic Tourer che accompagnano i ciclisti di tappa in tappa, le CR-V usate in funzione di VIP car; e poi le tante moto, come i 25 nuovi X-ADV (lo abbiamo testato a febbraio) e le 5 Africa Twin usate per seguire i corridori in strada e come strumenti di servizio in grado di destreggiarsi nel traffico e nella folla.

È un grande stress test per tutte le auto coinvolte, ed anche una ottima pubblicità per una marca molto apprezzata da una nicchia di fedelissimi ma meno famosa presso il grande pubblico. Ma come con il Giro, forse è il caso di aprire di più gli occhi: si potrebbe scoprire, ancora una volta, una macchina che funziona.