Ancora problemi per Uber in Italia: arriva la posizione del ministro Lupi

Smartworld
di Stefano Valente

L'applicazione verrà bandita come in (tanti) altri stati? 

C’era da aspettarsi una reazione importante dopo i fatti accaduti davanti al Teatro Colosseo di Torino e la risposta del ministro Lupi non si è fatta attendere molto. 

Nella serata del 20 gennaio infatti, all’esterno del teatro torinese, un gruppo di tassisti ha affrontato alcuni autisti di Uber che stavano partecipando ad un promozione promossa dall’app per farsi conoscere ai clienti: vai a teatro e ti porta a casa Uber. Peccato che all’esterno le auto fossero bloccate dai tassisti, ormai stufi di dover competere con un servizio ritenuto da loro illegittimo e illegale. 

Un problema di ordine pubblico

Dopo questo (ennesimo) episodio di scontro, il ministro Lupi ha definito la lotta tra tassisti e gli autisti di Uber “un problema di ordine pubblico, da non sottovalutare” e lo ha fatto in una lettera indirizzata ad Alfano, come rivelato da La Stampa. 

Che Uber incontri delle difficoltà non è certo una novità, come vi avevamo già raccontato: non è la prima volta che le due “fazioni” si fronteggiano, mentre altrove nel mondo la situazione non è certamente migliore, come ad esempio in India, dove dopo un presunto stupro Uber è stato prima bandito e poi costretto a modificare le misure di sicurezza dei passeggeri. 

All’estero

Anche in Cina Uber non se la passa meglio: il ministro dei trasporti cinese ha esplicitamente vietato l’uso di Uber e di altre app simili del territorio, proprio perché violano la regolamentazione statale dei trasporti. 

La lista dove ormai l’app è illegale si allarga a macchia d’olio: Spagna, in Francia e in Olanda, Oregon, Nevada, Corea del Sud e per l’appunto ora anche la Cina. 

In Italia 

Per il momento quindi la posizione del governo è chiara: “Qualsiasi app che eroghi un servizio pubblico non autorizzato compie un esercizio abusivo della professione – specifica il ministro – La norma è chiarissima”. 

Da noi il servizio è attivo in 4 città: Roma, Milano, Genova e Torino, anche se ormai si è arrivati ad una resa dei conti anche in Italia. 

Una crescita senza sosta? 

L’obiettivo di Uber è comunque quello di espandersi: Travis Kalanick, a capo dell’azienda che gestisce il servizio, ha intenzione di espandere la flotta europea di Uber, eliminando così (secondo i loro calcoli) 400.000 auto dalla circolazione e creando 50.000 posti di lavoro. 

Riuscirà Uber a far rivedere le norme vigenti che consentiranno l’espansione o è arrivata la fine per il servizio?